Il giudizio di un amico può essere espresso nei due seguenti modi: in forma attiva e in forma passiva. Proviamo in tutti e due casi a togliere l’aggettivo “ geniale ” .
1. Lucia è ritenuta geniale da Marco ( Lucia = soggetto, è ritenuta = predicato verbale, da Marco = complemento d’agente ).
2. Marco ritiene Lucia geniale ( Marco = soggetto, ritiene = predicato verbale, Lucia = complemento oggetto ).
Senza l’aggettivo “ geniale “, i predicati verbali delle due frasi non hanno un significato completo, si sente che hanno bisogno di un aggettivo o di un sostantivo che completi il loro significato. Se si fosse trattato di un attributo, la sua mancanza non avrebbe intaccato il significato complessivo della frase. Lo stesso sarebbe valso nel caso di un'apposizione.
L'amica Lucia è ritenuta geniale da Marco / Marco ritiene geniale l'amica Lucia.
L’aggettivo “ geniale “ nella prima frase costituisce un complemento predicativo del soggetto, cioè completa il significato del predicato e si riferisce al soggetto. Nella seconda frase invece è un complemento predicativo dell’oggetto, va a completare il significato del predicato e si riferisce al complemento oggetto. Entrambi i complementi posso presentarsi sotto forma sia di aggettivo che di sostantivo.
Con i verbi appellativi ( chiamare, soprannominare, dire ), effettivi ( sembrare, parere, diventare, divenire, rendere ), estimativi ( stimare, giudicare, considerare, reputare ) ed elettivi ( eleggere, dichiarare, nominare, proclamare ) alla forma attiva c’è il complemento predicativo dell’oggetto, mentre alla forma passiva il predicativo del soggetto.
Il complemento predicativo del soggetto può seguire anche i verbi nascere, vivere, morire, restare, rimanere. Es. quel cantante morì povero ( povero = c. pred. del soggetto ).
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